MATERIALI

E’ una lega ferrosa composta principalmente da ferro e carbonio.

Ricavato dal chicco del mais mediante un processo di macinazione ad umido, si presenta sotto forma di polvere bianca finissima, quasi impalpabile. L’amido di mais trova spazio come materiale utile per la realizzazione di un tipo di plastica biodegradabile, garantendone quindi caratteristiche eco.

Fa bene alla pelle ed all’ambiente: i tessuti ricavati dalla fibra di bambù sono, infatti, più resistenti del cotone tradizionale, possiedono proprietà anti-microbiche e contribuiscono a mantenere la temperatura corporea ad un livello idoneo. La coltivazione del bambù non necessita di concimi o pesticidi, è una pianta che, rispetto alla maggior parte delle altre piante, assorbe molta più anidride carbonica ed emette più ossigeno.

E’ quel materiale che, grazie ad una attività biologica ed ai mutamenti della struttura chimica materiale, si decompone in piccole parti.

Il tessuto di canapa è una fibra naturale di origine vegetale robusta, resistente e facile da lavorare. Trattiene il calore meglio del cotone e la sua fibra è tre volte più resistente. È considerata molto più produttiva rispetto al cotone: mezzo campo di canapa può produrre più tessuto di un ettaro di cotone. Non richiede prodotti chimici nella sua coltivazione.

Tessuto estremamente resistente, robusto e duttile, generalmente di cotone o microfibra.

E’ quella carta proveniente dalla lavorazione di legno certificato FSC®, rispettando in questo modo anch’essa tutti quegli standard che garantiscono la necessaria attenzione all’ambiente ed alla sostenibilità delle produzioni di cui entra a fare parte.

La carta di pietra è un’alternativa super ecologica alla comune carta in pasta di legno. Essendo composta da carbonato di calcio e polietilene, si distingue per la sua elevata resistenza all’acqua.

La carta piantabile è una carta generalmente lavorata a mano e costituita da due fogli , più o meno sottili, che vengono fissati l’uno all’altro da collanti naturali (es. fecola di patate). All’interno dei due strati si posizionano semi di piante aromatiche o di piccole piantine da fiori, poi la si lascia asciugare et voilà, eccola pronta all’uso.

Come piantare la carta?

Strappa la carta in piccoli pezzi, bagnala e riponila in un vaso o in giardino su del terriccio. Ricopri la carta con circa 2 centimetri di terra. Dai ogni giorno un po’ di acqua in modo che la carta resti umida e dopo circa una settimana vedrai germinare le prime piantine. Il momento migliore per piantare all’aperto è da marzo a novembre. All’interno la carta può essere piantata in vaso tutto l’anno. Assicurare sempre sufficiente luce, calore e acqua.

La produzione di carta riciclata risponde all’esigenza di ridurre gli elevati consumi di acqua ed energia necessari per la produzione di carta vergine. Il riuso degli scarti e degli sprechi si traduce quindi in un vero e proprio contributo in favore dell’ambiente a patto che, durante questo processo, non vengano utilizzate sostanze chimiche nocive per l’Ambiente.

E’ un tipo di cotone che durante la filatura viene pettinato per essere più morbido, resistente, liscio e lucido. La pettinatura è una fase di lavorazione nel ciclo della filatura e consiste nell’ordinare le fibre tessili dopo averle cardate.

E’ quel materiale che, in determinate condizioni, si decompone totalmente.

Il cotone naturale è una risorsa sostenibile e biodegradabile. Dopo la raccolta, viene utilizzata la maggior parte della pianta per la produzione di fibra di cotone, creando quindi pochissimi rifiuti e scarti.

Anche detto “caldo cotone”, è un tessuto in cotone a maglia incrociata a trama fitta, elastica e sottile che sostituisce il tradizionale jersey, molto più fresco, durante il periodo invernale. Viene principalmente utilizzato per le fodere o capi sportivi.

Cotone che deriva da piantagioni in cui è vietato l’uso di pesticidi e limitate le quantità d’acqua utilizzate. Il cotone è la bambagia che avvolge i semi di un arbusto originario dell’India, il Gossypium, che cresce nei paesi caldi. Fibra naturale di origine vegetale, assorbente, isolante, resistente alle temperature, economica, morbida e piacevole da indossare, traspirante ed ideale per la tintura e la stampa.

E’ una fibra sintetica di poliuretano molto utilizzata per elasticizzare i tessuti. Tra le più note la LYCRA®.

E’ un marchio europeo usato per certificare (secondo il regolamento CE n. 66/2010) il ridotto impatto ambientale di prodotti o servizi. Il rispetto dell’ambiente deve essere certificato attraverso una serie di criteri definiti per ogni categoria di prodotto, valutati sulla base di un’analisi della vita dei prodotti, sui costi di smaltimento, sugli imballi e sui consumi, secondo procedure normate nella ISO 14040. La stima dell’impatto deve considerare tutti i processi relativi al prodotto e deve essere fatta anche in termini di contributo al surriscaldamento, al problema dell’ozono, all’eutrofizzazione, all’acidificazione, alla tossicità per l’uomo e per l’ambiente Eco Label si avvale dell’ISPRA (Istituito superiore per la Prevenzione e la Ricerca Ambientale) per la verifica tecnica e le prove di laboratorio. L’utilizzo del marchio è rilasciato per il prodotto, non per l’azienda.

L’etilene vinil acetato è una materia plastica copolimerica di etilene e acetato di vinile. L’EVA espanso è inattaccabile da funghi e batteri, anallergico e atossico, per questo motivo viene utilizzato nella produzione di giochi, nelle soluzioni di packaging di prodotti di pregio, nella realizzazione accessori bijoux o come materia prima di calzature.

Fa bene alla pelle ed all’ambiente: i tessuti ricavati dalla fibra di bambù sono, infatti, più resistenti del cotone tradizionale, possiedono proprietà anti-microbiche e contribuiscono a mantenere la temperatura corporea ad un livello idoneo. La coltivazione del bambù non necessita di concimi o pesticidi, è una pianta che, rispetto alla maggior parte delle altre piante, assorbe molta più anidride carbonica ed emette più ossigeno.

La cellulosa è uno dei più importanti polisaccaridi, costituita da un gran numero di molecole di glucosio unite tra loro da un legame glicosidico. Essa è contenuta principalmente nei vegetali e la sua fibra trova applicazione in ambito tessile, in particolare, in tre diversi tipi di lavorazione (viscosa, Modal® e Tencel® o Lyocell). Queste fibre artificiali mantengono le caratteristiche peculiari della materia sottostante, risultando quindi tutte naturali e biodegradabili, mantenendo quindi una forte impronta eco.

La paglia di riso rappresenta il culmo della pianta del cereale una volta essiccata alla fine della sua maturazione. Si accomuna per composizione chimica al legno, essendo costituita principalmente da cellulosa, lignina, minerali e silicati. È un materiale biodegradabile che si rinnova annualmente e che non genera rifiuto. Grazie alla capacità di assorbimento di CO2, è in grado di ridurre le emissioni nell’atmosfera. Rispetto alle paglie derivanti da altri cereali, ha una più elevata resistenza alla marcescenza ed alla formazione di muffe, per merito della sua composizione chimica e dell’elevato contenuto di silice.

Si stima che in tutto il mondo si bevano circa 400 miliardi di tazze di caffè all’anno. I fondi di caffè sono quindi rifiuti organici che possono essere riciclati realizzando nuovi prodotti. Questo contribuisce alla riduzione degli sprechi, salvaguardando le risorse ambientali.

O Gabardina, è un tessuto in filato pettinato in tinta unita, di un certo peso e mano asciutta. La rigatura sottile e abbastanza inclinata, l’aspetto ben finito e un po’ lucido, la mano fine e asciutta, ne fanno un tessuto elegante.

E’ un particolare materiale cartaceo con un tipico aspetto simile alla pelle. Resiste ai lavaggi industriali, sopporta gli aghi per le cuciture e non si strappa. Risulta eccellente per la stampa, è in grado quindi di contenere molti dettagli e si abbina facilmente ai colori pantone.

Stoffa realizzata a maglia rasata. Per estensione per ‘jersey’ si indicano tutti i prodotti di maglieria industriale realizzati su macchine circolari di finezza elevata. È molto elastico, sia in lunghezza che in larghezza, e se realizzato “a catena” ha caratteristiche di indemagliabilità (caratteristica dei tessuti che non permettono ai fili utilizzati, a seguito di una rottura, di perdere la maglia con la conseguenza del disfacimento del tessuto). Può essere ottenuto da qualsiasi fibra tessile: cotone, lana, viscosa….

E’ una fibra tessile naturale ricavata dalle piante del genere Corchorus. Morbida e brillante, può essere filata in fili grossi e resistenti. La Juta è una delle fibre naturali più economiche esistenti ed è seconda solo al cotone per quantità prodotta e per varietà d’uso. Le fibre di juta sono composte principalmente da materiali vegetali derivati da cellulosa e lignina. La Juta fa parte delle fibre di rafia -il floema della pianta, a volte chiamata “pelle di pianta” – insieme a kenaf, canapa, lino e ramia. Le fibre di juta variano nel colore da bianco sporco a marrone, e sono lunghe da 1 a 4 metri.

E’ quel legno proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici. La foresta di origine è stata controllata e valutata in maniera indipendente in conformità a questi standard (principi e criteri di buona gestione forestale), stabiliti ed approvati dal Forest Stewardship Council®. L’utilizzo di tale materia prima nella produzione di qualsiasi oggetto derivato comporta l’assorbimento di tutti i valori che la certificazione FSC® contiene al suo interno, garantendo quindi una maggiore attenzione all’ambiente ed alla sostenibilità delle produzioni stesse.

Fibra naturale resistente ed eco-friendly perché assorbe un alto tasso di carbonio e non ha bisogno né di prodotti chimici né di irrigazione per crescere. Le precipitazioni naturali sono sufficienti.

Con il termine di nylon si indicano in particolare le poliammidi utilizzate soprattutto come fibra tessile per realizzare tessuti resistenti all’usura e alla trazione. Tessuti leggeri e resistenti agli agenti chimici, indeformabili, elastici e di facile manutenzione che tuttavia hanno scarso potere assorbente e un’alta sensibilità al calore.

E’ un prodotto naturale al 100% che non richiede alcun tipo di pre-trattamento. Deriva dagli steli secchi del grano o di altri cereali, che, dopo la mietitura e la battitura, debitamente tagliati ed essiccati, vengono usati per la confezione di cappelli e borse.

È un materiale che riduce le emissioni di CO2 e alla fine della sua vita operativa diventa un residuo completamente biodegradabile.

E’ un tessuto di cotone con piccoli motivi in rilievo, rombi, quadrati, puntolini.

E’ un poliestere termoplastico ottenuto a partire dal mais, biodegradabile rapidamente sopra i 60° ed umidità elevata. Purtroppo, questo enorme valore aggiunto si perde se il PLA viene riciclato insieme alla plastica tradizionale. Altro limite è dato dal fatto che non sia idoneo per contenere liquidi molto caldi causa della bassa temperatura di rammollimento.

Il tessuto in poliammide viene comunemente chiamato tessuto in fibra di nylon, poiché è realizzato in materiale di nylon in fibre molto fini e tessuto. È dotato di una buona resistenza all’abrasione ed una buona elasticità.

Il poliestere è una delle fibre sintetiche più utilizzate nel settore tessile. Utilizzabile da solo, come nel pile, o insieme a fibre naturali o ad altre fibre sintetiche, può essere più o meno sottile e può essere lavorato per adattarsi a diverse condizioni d’uso. Il più comune polietilene tereftalato, o semplicemente PET, può essere trasformato anche in fibra tessile. Recentemente i poliesteri possono anche essere prodotti da materiali riciclati o tramite fermentazione batterica nel campo delle biotecnologie.

Con il termine poliuretano (PU) si indica una vasta famiglia di polimeri. Esistono varie tipologie di poliuretano in densità differenti: espanso flessibile o rigido, compatto rigido o elastico. La finta pelle, o similpelle o vinilpelle, è una pelle sintetica e può essere un tessuto impregnato/spalmato con resine poliuretaniche o completamente sintetico (senza supporto in tessuto), che può avere un aspetto simile alla pelle naturale o al cuoio, un aspetto tecnico, una fantasia e si presta molto alle personalizzazioni, prima fra tutte la stampa a caldo.

Il PVC è cloruro di polivinile, cioè un materiale termoplastico con grande versatilità di utilizzo. Attraverso varie fasi di produzione è possibile ottenere dal PVC sia oggetti flessibili che rigidi. Il PVC ha buone proprietà meccaniche e di resistenza all’abrasione, all’usura e all’invecchiamento, agli agenti chimici e all’attacco di funghi e batteri, è un materiale leggero, è idrorepellente, difficilmente infiammabile ed è auto-estinguente. Nonostante sia una plastica riciclabile, il PVC viene recuperato solo parzialmente per via degli alti costi di trattamento.

O ritorto ad anelli, è il cotone intrecciato e assottigliato durante il processo di lavorazione per creare una corda di fibre molto più sottile, resistente e allo stesso tempo morbida. Si ottiene integrando le fibre più corte a quelle più lunghe formando un anello (ring).

E’ un tessuto con una tecnica di rinforzo che lo rende molto resistente allo strappo. I fili di rinforzo più spessi sono intrecciati a intervalli regolari in uno schema a campitura incrociata, un disegno a quadrati.

Il poliestere riciclato, o recycled pet in inglese, è un polimero derivato dal riciclo completo del PET, il materiale comunemente utilizzato per produrre bottiglie per bevande. Dopo alcune fasi di lavorazione il PET recuperato viene fuso a 250° per poi tornare riutilizzabile come filato per la produzione di tessuti o di componenti come le zip.

E’ un tessuto vegetale di rivestimento di origine secondaria, che riveste il fusto e le radici delle piante legnose nelle quali sostituisce l’epidermide, che viene lacerata dall’accrescimento secondario dell’organo.

Estratto per uso commerciale principalmente nelle foreste dell’Africa e dell’Europa meridionale, il sughero è considerato uno dei materiali più green non solo per le sue caratteristiche, ma anche per le modalità di estrazione. Ricavato in modo sostenibile dalla corteccia della quercia da sughero, che si riforma circa ogni nove anni, il sughero può essere impiegato per produrre piccoli oggetti, abiti o accessori, ma anche come materiale di costruzione. Riciclabile, impermeabile, elastico e ignifugo, il sughero viene ottenuto con processi di lavorazione più semplici rispetto a quelli usati per produrre materiali sintetici come la plastica, risultando anche un materiale più sostenibile per l’ambiente.

E’ un tipo di tessuto biodegradabile ed ecologico che viene prodotto a partire da alberi di eucalipto, dei quali viene impiegata la polpa di legno. L’eucalipto è un albero conosciuto per la sua crescita rapida e senza irrigazione. Si tratta di un materiale elastico e liscio tatto, in grado di sopportare senza problemi temperature fino ai 40 gradi, ma che non necessita di stiratura.

Il tessuto non tessuto, o nonwoven in inglese, è il termine generico per indicare un prodotto industriale simile a un tessuto ma ottenuto con procedimenti diversi dalla tessitura (incrocio di fili di trama e di ordito tramite telaio). In un non tessuto le fibre presentano un andamento casuale, senza alcuna struttura ordinata. La manifattura utilizza tipicamente fibre disposte a strati o incrociate che vengono unite insieme meccanicamente con adesivi o con processi termici.

E’ un tessuto non tessuto brevettato dalla DuPont. È un tessuto sintetico simile alla carta, difficile da strappare ed al contempo facile da tagliare con forbici o coltello. È composto anche da fibre di polietilene ad alta densità (HDPE). È resistente a molti acidi e basi, traspirante ma impermeabile all’acqua, non tossico e riciclabile.

Il vetro è un materiale ottenuto tramite la solidificazione di un liquido, di solito ossido di silicio, non accompagnata dalla cristallizzazione. Versatilità, trasparenza e inalterabilità chimiche sono le caratteristiche peculiari di questo materiale utilizzato sempre di più anche per la produzione di oggettistica promozionale come borracce e tazze.

La viscosa è una fibra artificiale (non sintetica) che, a seguito di lavorazioni chimiche, rende filabili materiali naturali come la cellulosa, la paglia e la polpa di legno. Abbinata spesso ad altri filati, dona lucentezza e resistenza all’usura della luce del sole.